{"id":33,"date":"2005-01-18T17:10:12","date_gmt":"2005-01-18T17:10:12","guid":{"rendered":"http:\/\/www.farhad.pezeshki.name\/?p=33"},"modified":"2016-10-21T11:31:15","modified_gmt":"2016-10-21T09:31:15","slug":"introduzione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/farhad.pezeshki.name\/2005\/01\/18\/introduzione\/","title":{"rendered":"INTRODUZIONE"},"content":{"rendered":"

1. Descrizione
\n2. Breve storia di FAD – Formazione A Distanza (da Learning per posta a e-Learning)
\n3. Descrizioni e concetti base e tipologie di e-Learning
\n4. Problematiche generali legate a e-Learning
\n5. e-Learning in Italia (Universit\u00e0, P.A., Privato)
\n6. e-Learning nel panorama Internazionale
\n7. Dati statistici su e-Learning
\n8. e-Learning e il suo impatto sulla societ\u00e0 (ieri, oggi e domani)
\n9. Bibliografia<\/strong>
\n1. Descrizione<\/strong>
\n2. Breve storia di fad<\/strong>
\nL’evoluzione dell’e \u2013learning pu\u00f2 essere suddivisa principalmente in quattro fasi: a partire dal primordiale DISTANCE SCHOOLING o di prima generazione (dalla met\u00e0 dell’Ottocento fino agli anni \u201860- PRIMO STADIO) passando per il DISTANCE LEARNING o di seconda generazione (anni \u201880 -SECONDO STADIO) per arrivare all’attuale E \u2013LEARNING (di terza generazione-TERZO STADIO) e alla sua futura trasformazione in COMPLEX LEARNING (QUARTO STADIO). Vediamo insieme alcuni esempi, in ambito nazionale ed internazionale, relativi alle varie generazioni prese in esame. PRIMO STADIO. Nel 1840 a Londra l’inventore della stenografia, Isaac Pitman, d\u00e0 vita al Penny Post: si tratta di un corso che aveva la funzione di trasmettere il metodo di scrittura di Pitman stesso attraverso il sistema postale. In ambito nazionale e, facendo un balzo fino agli anni ’50, la Scuola torinese Radio Elettra, che erogava corsi di formazione professionale per corrispondenza, rappresenta l’esempio pi\u00f9 calzante del caso italiano.
\nSECONDO STADIO. Dal 1988 l’Unione europea ha avviato il Programma Delta che aveva come obiettivo una pi\u00f9 approfondita conoscenza delle nuove tecnologie applicate alla formazione. Anche l’European Schoolnet ha dato il suo contributo: si tratta di un consorzio dei ministeri per la Pubblica Istruzione dei paesi membri dell’Unione che ha sviluppato una serie di strategie comuni per la formazione a distanza. TERZO STADIO. Per quanto riguarda il mercato statunitense, quest’ultimo si dimostra maggiormente sviluppato rispetto agli altri: sono soprattutto le aziende private, le universit\u00e0 e le scuole a contribuire a questo sviluppo. I mercati europei e orientali, sebbene non ancora ai livelli sopra descritti, sono in una fase di crescita come lo stesso mercato italiano che si avvale soprattutto del contributo delle aziende private; scuole, universit\u00e0 e pubbliche amministrazioni sono in fase di crescita. In ambito italiano, tra le aziende pi\u00f9 impegnate in questo settore, troviamo il Learning Campus di Isvor Fiat, il Campus on-line di Learning on-line Europe (societ\u00e0 controllata dalla De Agostini), il consorzio Poliedra del Politecnico di Milano, il campus virtuale MyLearning sviluppato da ELEA. QUARTO STADIO. Ancora in fase di sviluppo.
\nOgnuna di queste quattro fasi, a sua volta, pu\u00f2 essere analizzata in base a determinati ambiti che rimandano a delle specifiche parole chiave:
\n– PIATTAFORME TECNOLOGICHE: gli aspetti fondamentali del primo stadio riguardano l’utilizzo del sistema postale e della radio e quindi di media inadatti a promuovere una comunicazione interattiva. In seguito il mezzo maggiormente utilizzato sar\u00e0 la televisione che svolge il compito di intrattenere ma soprattutto di educare; ugualmente utili risultano gli apparati di audio e video registrazione che facilitano l’autoapprendimento.
\nPer quanto riguarda il secondo stadio , quest’ultimo inizia con l’era della digitalizzazione che si caratterizza per le tecnologie informatiche off-line (primi calcolatori o main-frame).
\nDurante il terzo stadio , invece, si sviluppano le reti telematiche on-line che rendono possibile la creazione dei primi software e la realizzazione di corsi su floppy disk e, in seguito, su cd-Rom.
\nIl quarto stadio ancora in fase di sviluppo, prevede non solo il servizio come componente fondamentale a differenza di quanto accadeva nella fase off-line della digitalizzazione, ma anche una necessaria convergenza fra le reti e un’altrettanto indispensabile customizzazione delle offerte formative.
\n– OFFERTA FORMATIVA E CONTENUTI: da fortemente strutturata e rigida, con contenuti sia di tipo tecnico \u2013 professionale che volti a promuovere un livello minimo di alfabetizzazione nel primo stadio; a catalogo, con una struttura rigida e difficilmente personalizzabile, su aree di contenuto specifiche, e in particolare su quelle relative all’ICT nel secondo stadio; a versioni rivolte ad un pubblico di massa e a catalogo a livello basic, pi\u00f9 specializzata e differenziata a livelli manageriali e per i Knowdledge worker, centrata su soft skill e su aspetti strategici nel terzo stadio. Infine, nel quarto stadio si perviene ad un’offerta fortemente differenziata e personalizzabile sulla base delle specifiche esigenze formative, sempre pi\u00f9 rilevante da un punto di vista strategico e focalizzata su soft skill, con una complessa ed evoluta componente di servizio.
\n– MERCATI: per quanto riguarda il primo stadio si rileva un mercato marginale e \u201cd’emergenza\u201d mentre nel secondo stadio si passa ad un mercato immaturo, disomogeneo e frammentato, fortemente centrato su un’ottica di prodotto. Nel terzo stadio il mercato appare in forte crescita e connotato da una transizione verso un’ottica del servizio. Nel quarto ed ultimo stadio il mercato si presenta come maturo e competitivo, centrato su un’ottica di servizio e sull’offerta di servizi integrati che assumono una valenza strategica.
\n– CONTESTO: mentre nel primo stadio il contesto si configura come strumento per far fronte a problematiche di spostamento fisico e di elevati livelli di analfabetizzazione, nel secondo stadio esso offre l’opportunit\u00e0 di ridurre i costi di erogazione di percorsi formativi. Nel terzo stadio si presenta ugualmente come un’opportunit\u00e0 ma per favorire il raggiungimento degli obiettivi di business. Nel quarto stadio, invece, si tratta di un fattore strategico di primaria rilevanza per la competitivit\u00e0 dell’organizzazione nella Knowledge Economy.
\n– PROCESSI DI DIFFUSIONE: per quanto riguarda il primo stadio possiamo individuare tre fasi: inizialmente per la formazione professionale di adulti, poi anche per un’alfabetizzazione di base e, in un terzo momento, per la formazione di tecnici di secondo e terzo livello. In merito al secondo stadio, i processi di diffusione riguardano piccole popolazioni pilota interessate all’acquisizione di conoscenze basic con un’elevata segmentazione dei contenuti. Per il terzo stadio occorre procedere ad un’ulteriore distinzione tra popolazioni ampie e ristrette: le prime ambiscono ad una formazione basic e poco differenziata, mentre le seconde preferiscono una formazione differenziata e specifica. Il quarto stadio si caratterizza per un’offerta diretta potenzialmente a tutti e per alti livelli di personalizzazione- differenziazione dell’offerta formativa.
\n– PROCESSI DI APPRENDIMENTO: per il primo stadio il processo d’apprendimento consiste essenzialmente nell’autoistruzione che comporta un tendenziale isolamento del formando. Passando al secondo stadio, l’autoistruzione permane in un ambiente separato da quello lavorativo ed ha come legittimazione teorica le tesi comportamentiste (Skinner, Bloom e Gagn\u00e8) sul piano psicologico e quelle struttural -funzionaliste (Parsons) sul piano sociologico. Nel terzo stadio, invece, si assiste ad un primo recupero, attraverso la rete, delle dimensioni sociale, relazionale e comunicativa; il docente viene percepito come facilitatore di gruppi d’apprendimento anche virtuali. Nel quarto stadio l’apprendimento diventa cooperativo e assistito; si registrano convergenze tra comunit\u00e0 di apprendimento e gruppi di lavoro e autoresponsabilizzazione. La legittimazione teorica, fa qui riferimento alle tesi costruzioniste, connessioniste e connettiviste.
\n– TIPOLOGIE DI PRODOTTI: dai libri distribuiti per posta, dalle trasmissioni radiofoniche e televisive a supporto del materiale didattico distribuito per posta, dalle cassette audio e video del primo stadio , ai prodotti poco differenziati e a bassa interattivit\u00e0-multimedialit\u00e0 (poich\u00e9 distribuiti su supporti off-line) nel secondo stadio, a prodotti distribuiti in rete, quindi molto differenziati, ad alta interattivit\u00e0-multimedialit\u00e0 e aperti a percorsi d’approfondimento individuali del terzo stadio, per arrivare all’offerta di risorse per l’apprendimento continuo, diffuso, puntuale e personalizzato e a DataBase esplorabili con sofisticati motori di ricerca allo scopo di porre il learner nelle condizioni di poter costruire in modo attivo il proprio percorso formativo nel quarto stadio.
\n– DESTINATARI: si tratta di persone adulte e impossibilitate a seguire corsi professionali presso scuole tradizionali e utenti disagiati nel primo stadio; learners fondamentalmente soli durante l’apprendimento che, svolgendo attivit\u00e0 prevalentemente esecutive, sono portatori di esigenze addestrative nel secondo stadio.
\nIl terzo stadio si caratterizza per la compresenza di \u201clearner che autoapprende\u201d in solitudine (a livelli esecutivi) e \u201clearner prosumer\u201d (a livelli manageriali e per i knowledge worker). Infine, il quarto ed ultimo stadio registra popolazioni di learner prosumer ampie e altamente differenziate, coinvolti in processi di costruzione condivisa di conoscenza che si realizzano nelle diverse comunit\u00e0 (anche virtuali) di appartenenza.
\n– LOGICA E LIVELLI DI PROGETTAZIONE: durante il primo stadio si rileva una sostanziale mancanza di strategie per l’apprendimento a distanza (\u201cscuola senza didattica\u201d); il secondo stadio prevede, invece, una progettazione organizzata secondo logiche lineari (ottica ONE-TO-MANY) e che enfatizza l’ambiente di delivery, il contenuto e il \u201cmodulo\u201d(inteso come percorso compiuto). Il terzo stadio \u00e8 caratterizzato da una grande enfasi sulla componente \u201cistruzione\u201d ai livelli esecutivi; enfasi sulla componente \u201cformazione\u201d ai livelli manageriali e per i knowledge worker che si inseriscono in un’ottica ONE-TO-ONE. Il quarto stadio adotta un’ottica MANY-TO-MANY grazie ad un’integrazione strategica, ad una progettazione che segue una logica reticolare, fondamentale componente di consulenza e grazie anche alla valorizzazione della classe (tradizionale ma anche virtuale) e delle dinamiche che in essa si realizzano.
\n– RUOLI ORGANIZZATIVI: il primo stadio prevede un esperto di contenuti oltre a grafici, tecnici audio-video e il docente-animatore mentre nel secondo stadio si amplia lo spettro dei ruoli fino a comprendere un progettista multimediale, che coordina l’esperto di contenuti, il grafico e l’esperto-sviluppatore informatico, e assistenza tecnica. L’esperto di contenuti, un tutor a sostegno e promozione delle dinamiche di apprendimento, un docente come facilitatore, esperti informatici e grafici per lo sviluppo di reti e siti web e di percorsi formativi basati su di essi caratterizzano i ruoli organizzativi del terzo stadio. Oltre ai ruoli di quello precedente, il quarto stadio prevede anche Learner Prosumer, Counselor \/ navigatore, Coacher (Corporate Learning).
\n– MODALIT\u00c0 D’IMPLEMENTAZIONE: mentre nel primo stadio \u00e8 fondamentale il ruolo socio-politico-economico e quello della motivazione intrinseca del formando, nel secondo stadio si osserva un’implementazione di tipo down-up, al di fuori di una strategia complessiva ed integrata, ovvero un coordinamento dal centro oltre alla tendenza a ricorrere all’insourcing. Il terzo stadio, invece, registra l’esplorazione delle possibili modalit\u00e0 con cui integrare l’e-learning all’interno della strategia perseguita dall’organizzazione: si tratta di una situazione di transizione. Infine, nel quarto stadio si assiste ad un’implementazione di tipo top-down, un ampio ricorso all’out-sourcing (nei casi in cui ci\u00f2 \u00e8 possibile) e la priorit\u00e0 \u00e8 data alla promozione e allo sviluppo del capitale intellettuale.
\nBIBLIOGRAFIA
\n– \u201cCHE COS’E’ L’E-LEARNING\u201d, A CURA DI VALERIO ELETTI,
\n2002 ,CAROCCI EDITORE \/ LE BUSSOLE.
\nWEBGRAFIA
\n– MATERIALE REPERITO DAL SITO INTERNET www.elesociety.org
\n3. Concetti di base e tipologie di e-Learning<\/strong>
\nL’e-learning \u00e8 una metodologia didattica che offre la possibilit\u00e0 di erogare contenuti formativi elettronicamente, attraverso Internet o reti Intranet.
\nPer l’utente rappresenta una soluzione di apprendimento flessibile, in quanto fortemente personalizzabile e facilmente accessibile.
\nL’e-learning si inserisce in un contesto di formazione permanente e continua, aiutando a gestire (in accordo con quanto impostato nel Libro Bianco della Comunit\u00e0 Europea) la mobilit\u00e0 degli studenti e dei lavoratori, l’avvicinamento del mondo della scuola a quello delle imprese e l’innalzamento dei livelli culturali. Esiste sentitamente l’esigenza di acquisire una nuova cultura, che veda la formazione a distanza non tanto in antagonismo o in alternativa alla formazione in presenza: si prospetta in concreto un’altra possibile via per la realizzazione dei processi d’apprendimento e di formazione.
\nDiversi studiosi hanno dato il proprio contributo a questo vasto campo di studi: vediamo insieme alcune definizioni.
\n– Una forma di apprendimento a distanza, abilitata dalla massimizzazione delle potenzialit\u00e0 di Internet ed indirizzata alla promozione, confezione e distribuzione di corsi di contenuto vario rivolti ad un’audience molto ampia.
\n(Henningsen L. Customer Satisfaction Indicators for E-Learning Systems).
\n– Un processo di apprendimento abilitato dalle tecnologie dell’informazione, centrato sulla persona adulta e disegnato in rapporto alle esigenze di sviluppo organizzativo. (ASTD, NGA Center for Best Practice, Report of the Commission on Technology and Adult Learning).
\n– Una combinazione di servizi d’apprendimento e di tecnologie volta a fornire un apprendimento integrato ad alto valore, in ogni tempo e in ogni luogo. (Thinq, elearnity, White Paper The future of e-learning).
\nPer quanto riguarda il dibattito relativo a questa tematica, si possono individuare quattro posizioni:
\n– MODELLO ANGLOSASSONE: si privilegia l’iniziativa privata rispetto a quella pubblica; il baricentro \u00e8 focalizzato sugli interessi imprenditoriali e viene enfatizzato lo sviluppo individuale.
\n– MODELLO SCANDINAVO: a differenza del precedente, questo modello si caratterizza per una forma di intervento pubblico; in questo caso il baricentro si focalizza sulle comunit\u00e0 sociali (istituzioni territoriali di base, strutture consortili, partnership) e punta alla democratizzazione della cultura.
\n– E-LEARNING SCETTICI: sono coloro che non percepiscono una sufficiente possibilit\u00e0 di valorizzazione delle relazioni sociali nei processi d’apprendimento.
\n– E-LEARNING ENTUSIASTI: si soffermano sui vantaggi offerti dall’e-learning e intravedono la possibilit\u00e0 di una \u201cmythinformation\u201d.
\nL’e-learning ha molti ed evidenti vantaggi rispetto ai modelli di formazione tradizionali. In primo luogo, vantaggi connessi al tempo ed allo spazio, variabili che l’e-learning consente di annullare: lo svolgimento di un corso in formato elettronico \u00e8 indipendente dal luogo in cui ci si trova e del tempo a disposizione.
\nC’\u00e8 poi da considerare l’adattabilit\u00e0 del modello di e-learning alle capacit\u00e0, modalit\u00e0 e velocit\u00e0 di apprendimento di ciascuno: una lezione elettronica potr\u00e0 essere ripetuta, interrotta e ripresa, integrata e \u201ccustomizzata\u201d a piacimento. La stessa frequenza delle lezioni, nell’ambito di un singolo percorso didattico, potr\u00e0 essere ragionevolmente rallentata o velocizzata in base alle preferenze dell’allievo.
\nFinalmente, l’e-learning prevede una serie di altri vantaggi accessori: il minor costo, la omogeneizzazione dei programmi e dei metodi didattici per gruppi di fruizione (per esempio gruppi aziendali), la pianificazione dei momenti di verifica, l’archiviazione automatica dei test e dei risultati.
\nTuttavia, accanto a questi aspetti positivi, possiamo individuare alcuni nodi critici che riguardano non solo l’Information Technology e le economie di scala ma anche il ruolo dell’attore pubblico, i nuovi modi di lavorare e di comunicare, le nuove relazioni sociali che si possono instaurare ed infine, la difficolt\u00e0 di trovare soluzioni complesse e personalizzate per le diverse categorie di utenti.
\nA questo punto appare necessario chiarire un concetto: non basta che sia resa disponibile la rete per parlare di e-learning: esso \u00e8 una modalit\u00e0 di formazione continua e, dunque, sebbene la rete sia un elemento fondamentale, l’enfasi deve essere posta sul processo all’interno del quale \u00e8 inserita la singola attivit\u00e0 formativa. Ci\u00f2 significa che il significato della parola e-learning va oltre la sua definizione letterale (apprendimento elettronico) e comprende vari aspetti:
\n– il modo di pensare e progettare i contenuti formativi;
\n– il modo di organizzarli e archiviarli;
\n– le modalit\u00e0 di fruizione e scelta da parte dell’utente;
\n– le modalit\u00e0 di erogazione dei contenuti e di gestione del processo.
\nOltre che come modalit\u00e0 di formazione continua, l’e-learning pu\u00f2 essere descritto anche come ambiente integrato che prevede l’impiego di diverse modalit\u00e0 di formazione:
\n– autoapprendimento asincrono: non ci sono vincoli di spazio e tempo;
\n– apprendimento in sincero: vincolato nel tempo ma non nello spazio:
\n– apprendimento collaborativi: forum e comunit\u00e0 virtuali.
\nCaratteristica dell’ultima modalit\u00e0 \u00e8 la condivisione di attivit\u00e0, strumenti e risorse attraverso la rete. In questo caso, infatti, i vantaggi sono non solo la crescita della conoscenza del singolo studente, ma anche e soprattutto la produzione di nuova conoscenza attraverso l’interazione e lo scambio con altri colleghi. Viene dunque ridimensionato il ruolo del docente.
\nPossiamo quindi dire, che le caratteristiche dell’e-learning sono: apprendimento collaborativo, contenuti personalizzati, assistenza didattica e monitoraggio dei risultati.
\nA tale scopo, sono necessarie la conformit\u00e0 agli standard internazionali, piattaforme integrate ed infine il tutoraggio.
\nLo sviluppo dell’e-learning \u00e8 innestato non solo dall’evoluzione della tecnologia e del mercato, ma anche dagli effetti di sostituzione di altre applicazioni collegate: il telelavoro, il groupware. L’e-learning potrebbe convergere (effetto sostituzione) in un’applicazione pi\u00f9 evoluta: l’e-HR.
\n– TELELAVORO: nel 1974 con Nilles hanno inizio negli Stati Uniti i primi studi sul telelavoro, innescati dalla necessit\u00e0 di ridurre il traffico automobilistico che causa elevati livelli di inquinamento atmosferico. Il picco di studi e pubblicazioni sull’argomento si registra intorno al 1986\/87. Dopo il 1987 il numero delle pubblicazioni al riguardo decresce. Nel 1982, in Svezia e nel Nord Europa, vengono installati i primi centri di telelavoro. Nel 1989 si afferma il ilavoro a domicilio (realizzato facendo ricorso ai primi sistemi di mailing elettronico) e il semi-mobile working. Nel 1992 si afferma il Remote Working: il tasso di crescita delle applicazioni di telelavoro inizia, tuttavia, a rallentare. Nel 1994\/95 lo sviluppo tecnologico (HW, SW e reti) fa intravedere nuove opportunit\u00e0 di sviluppo delle applicazioni per il Remote Working.
\n– GROUPWARE: nel 1988 Johanssen scrive \u201cGroupware-Computer Support for Business Teams\u201d che inaugura il dibattito intorno alle potenzialit\u00e0 del Groupware.
\nIl picco di studi e pubblicazioni riguardo questo tema, si registra intorno al 1992\/94. Dopo il 1994, il numero delle pubblicazioni decresce. Nel 1990 appaiono le prime applicazioni per il groupware; la LAN (Local Area Network) comincia ad essere intesa come strumento di collaborazione, e non soltanto come strumento per l’elaborazione dati. Nel 1991 il rilascio di Lotus Notes conferisce un forte impulso alla diffusione del Groupware, che raggiunge il suo picco intorno al 1992\/93. Nel 1995 Microsoft rilascia il sistema operativo Windows NT 4.0, che integra gli strumenti di Groupware.
\n– E-LEARNING: nel corso degli anni ’80 Papert sviluppa un sistema di pensiero e pubblica testi su soluzioni di \u201cproto-eLearning\u201d; Papert svilupper\u00e0, su questa base, il software Logo ed altre applicazioni evolute. Nel 2000 il CEO di Cisco J. Chambers dichiara che l’e-learning costituir\u00e0 la prossima \u201ckiller application\u201d. Nel 1997 nelle universit\u00e0 iniziano a svilupparsi sistematicamente soluzioni di e-learning (tool free e tool fee). Nel 2000, soluzioni di e-learning tendono a consolidarsi anche nelle grandi aziende. Nel 2002 tecnologie, contenuti e servizi vanno verso la convergenza in un unico sistema (Content Provider).
\n– E-HR: nel 1999 compaiono i primi articoli che prospettano la possibilit\u00e0 di impiegare le nuove tecnologie ICT (a partire dal 1996 pensate per l’e-Commerce) ai sistemi di HR. Oggi \u00e8 in aumento il numero di articoli che prospettano alcuni scenari di evoluzione dell’e-HR: essi, tuttavia, non hanno ancora trovato posto in pubblicazioni di carattere scientifico o \u201csemi-scientifico\u201d. Intorno al 1999 si registrano le prime applicazioni delle nuove tecnologie ICT ai processi di gestione del personale: nascono i primi portali (basati sulla Intranet aziendale). Oggi la costruzione dei portali viene condotta in un’ottica di integrazione di processi gi\u00e0 attivi nell’organizzazione (Performance Management, Business Best Practices).
\nDunque possiamo concludere dicendo che il progresso in ambito informatico, nelle teorie sull’apprendimento, in intelligenza artificiale e nell’interazione con elementi multimediali ha portato alla realizzazione di numerosi sistemi di apprendimento a distanza come, appunto, l’e-learning. Quest’ultimo rappresenta, infatti, un’alternativa reale: non pi\u00f9 solo un’ipotesi per il futuro, quanto piuttosto un’ulteriore possibilit\u00e0 per l’apprendimento degli adulti nella Societ\u00e0 dell’Informazione.
\nBIBLIOGRAFIA
\n– \u201cCHE COS’E’ L’E-LEARNING\u201d, A CURA DI VALERIO ELETTI,
\n2002 ,CAROCCI EDITORE \/ LE BUSSOLE.
\nWEBGRAFIA
\n– MATERIALE REPERITO DAL SITO INTERNET www.elesociety.org
\n– USABILITA’ WEB, 03 DICEMBRE 2002
\nARTICOLO DI CARLO ROBINO (LABORATORIO DI BIOINGEGNERIA – UNIVERSITA’ DI PAVIA ) E DI TERESA COLOMBI (LABORATORIO DI PSICOLOGIA SPERIMENTALE E QUANTITATIVA – UNIVERSITE’ DE NICE).
\n5. E-Learning in Italia (Universit\u00e0, P.A., Privato)<\/strong>
\nNegli ultimi anni il mercato e-Learning si \u00e8 sviluppato principalmente all’interno delle grandi aziende allo scopo di diffondere rapidamente nuovi contenuti e formazione riducendo i costi.
\nPratiche di questo tipo invece, sono state poco adoperate nelle aziende medio \u2013 piccole a causa dell’assenza di conoscenze
\ninterne di tipo specialistico.
\nNei prossimi anni, tuttavia, ci si attende che queste ultime diventino il segmento d’avanguardia della formazione a distanza.
\nAltri ambiti in cui \u00e8 stata rilevata una forte crescita sono state le Universit\u00e0 e la Pubblica Amministrazione.
\n6. E-Learning nel panorama Internazionale<\/strong>
\nIl nuovo modello per potersi sviluppare per\u00f2, necessita di collegamenti abbastanza veloci e questi rappresentano il grande problema che affligge ogni Paese.
\nPer scavalcare tale ostacolo negli Stati Uniti si \u00e8 cercato di sviluppare l’offerta soprattutto nelle aziende ed Universit\u00e0 che dispongono dei collegamenti adeguati.
\nInfatti, secondo le analisi di alcuni esperti il 50% delle aziende Usa ha gi\u00e0 implementato tali piani formativi, mentre la restante met\u00e0 intende applicarli a breve.
\nAnche l’approccio all’interno delle Universit\u00e0 appare maggioritario Per affrontare il problema l’Unione Europea ha invece sviluppato, e sta tuttora sviluppando iniziative che puntano a colmare il gap tecnologico, cercando di coinvolgere sia strutture pubbliche che organismi privati.
\nInfatti al vertice Europeo, tenutosi a Bruxelles nel maggio 2000, si \u00e8 proprio discusso della collaborazione pubblico \u2013 privato, alla presenza di 25 aziende tra le pi\u00f9 rappresentative dell’ITC.
\nLe industrie Europee devono poi affrontare il problema della lingua.
\nLa migliore qualit\u00e0 dell’offerta consiste, in effetti, nel renderla disponibile in pi\u00f9 lingue.
\n7. Dati statistici su e-Learning<\/strong>
\nIn Europa il mercato e-Learning dovrebbe passare dai 669 milioni di euro del 2002 ai 3.635 milioni del 2006.
\nI contenuti rappresentano poco pi\u00f9 della met\u00e0 dell’attivit\u00e0 mentre la parte restante si divide tra servizi e infrastrutture. L’impegno dell’unione europea e le politiche nazionali si possono visualizzare in questo grafico.
\nIl mercato italiano dell’e-Learning, nel 2003 si attesta intorno 256 milioni di euro con una crescita del 136% rispetto all’anno precedente.
\nIl trend \u00e8 previsto, anche se a ritmi pi\u00f9 contenuti anche per il prossimo anno.
\nE’ da dire, per\u00f2 che proprio in Italia, l’e-Learning parte con un deficit strutturale della formazione, in quanto riceve investimenti inferiori rispetto a quelli degli altri Paesi ed ha un tessuto economico che non agevola l’adozione di programmi presso le Pubbliche Amministrazioni.
\nAll’interno delle Amministrazioni Pubbliche Italiane il nuovo strumento di insegnamento risulta ancora in fase evolutiva e la sua crescita appare costante.
\nI motivi che tuttora limitano la sua applicazione alle pubbliche funzioni sono:
\n\u2013 la sfiducia nella tecnologia
\n\u2013 la scarsa conoscenza della sua metodologia
\n\u2013 la scarsa conoscenza delle opportunit\u00e0 che esso pu\u00f2 offrire alla modernizzazione
\nCi\u00f2 che invece ne permetter\u00e0 un maggiore sviluppo in questo Paese sar\u00e0 la domanda pubblica in quanto caratterizzata da omogeneit\u00e0 dei fabbisogni formativi.
\nQuesto elemento sembra integrarsi naturalmente con l’introduzione della nuova tecnologia e delle nuove piattaforme, servizi e contenuti.
\nE’ da dire inoltre che \u00e8 in corso l’emanazione di una apposita Direttiva ministeriale dalla quale dipender\u00e0 lo sviluppo futuro dell’e-Learning Anche nell’ambito della sanit\u00e0 si \u00e8 sviluppato un incremento della domanda di formazione attraverso le nuove modalit\u00e0.
\nIl programma di Educazione Continua in Medicina prevede la formazione obbligatoria degli operatori sanitari appartenenti a tutte le professioni.
\nTale formazione \u00e8 a carico delle istituzioni e deve essere certificata.
\nSi \u00e8 stabilito che questo metodo risulta pi\u00f9 vantaggioso rispetto alla tradizionale formazione in quanto riduce il numero di ore da dedicare alle attivit\u00e0 formative e fa aumentare di conseguenza le ore da poter dedicare alle attivit\u00e0 lavorative.
\nE’cresciuta negli ultimi anni la percentuale di Universit\u00e0 che hanno investito in modalit\u00e0 di formazione e-Learning.
\nTale percentuale sembra attestarsi intorno al 10%.
\nIl ruolo dell’istruzione si rinnova sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta.
\nE’ da notare inoltre che la formazione on-line modifica la tradizionale relazione esistente tra docente, allievo e tutor.
\nInfatti, anche se rimane ben chiara la distinzione tra chi insegna e chi impara, il rapporto tra i due diventa di tipo collaborativo.
\nQuasi tutte le universit\u00e0 che offrono formazione in rete hanno la comune caratteristica di aver inizialmente sviluppato una formazione basata su materiale cartaceo, incorporando in essa diversi supporti tecnologici.
\nL’attivit\u00e0 di verifica \u00e8 costante e coinvolge in prima persona gli allievi, chiamati a periodiche autovalutazioni, supportati sia dal tutor che dal docente.
\nLa possibilit\u00e0 di seguire i corsi da casa, di gestire i modi e i tempi di accesso all’ambiente formativo e di personalizzare la relazione, rendono la formazione a distanza e dunque l’e-Learning uno dei sistemi alternativi maggiormente utilizzati.
\nLa Open University \u00e8 un esempio di tale sviluppo. E’ nata nel 1971 nel Regno Unito ed ha implementato la sua offerta attraverso radio e televisione.
\nSuccessivamente si \u00e8 servita del supplemento di materiali a stampa, video e audiocassette.
\nDagli anni ’90 ha iniziato ad utilizzare Internet. Oggi i suoi corsi seguiti da casa o dal lavoro sono di vario tipo e durata ed \u00e8 divenuta una delle pi\u00f9 note Universit\u00e0.
\nDa un’analisi riguardante 77 Universit\u00e0 italiane si \u00e8 riscontrato che:
\n\u2013 25 presentano attivit\u00e0 di e-Learning
\n\u2013 14 possiedono un centro dedicato all’e-Learning
\n\u2013 10 dichiarano quale piattaforma utilizzano per i corsi
\nDa tale analisi \u00e8 poi emerso che esistono in queste Universit\u00e0 altri tipi di attivit\u00e0 in rete quali:
\n\u2013 Singole lezioni usufruibili in modalit\u00e0 audio\/video, simulazioni, Forum, Chat
\n\u2013 Produzione di materiali didattici su supporti quali cd-rom, floppy disk, zip, diapositive
\n\u2013 Accesso on-line a riviste, lezioni, esercitazioni
\n8. e-Learning e il suo impatto sulla societ\u00e0 (ieri, oggi e domani)<\/strong>
\n9. Bibliografia<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

1. Descrizione 2. Breve storia di FAD – Formazione A Distanza (da Learning per posta a e-Learning) 3. Descrizioni e concetti base e tipologie di e-Learning 4. Problematiche generali legate a e-Learning 5. e-Learning in Italia (Universit\u00e0, P.A., Privato) 6. e-Learning nel panorama Internazionale 7. 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